IMPEGNO DI VITA DI SETTEMBRE 2016

“In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40)

Le parole che sono oggetto del nostro Impegno di Vita di questo mese: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” stanno al centro del testo di Matteo sul giudizio finale di Dio. Gesù nel suo ritorno glorioso alla fine dei tempi riterrà fatto a sé tutto quello che sarà stato fatto ai suoi “fratelli più piccoli”, cioè tutti coloro che, in vari modi, sono bisognosi di aiuto. In questo modo Gesù si identifica con l’affamato, l’assetato, lo straniero, il nudo, il malato, il carcerato… I veri discepoli di Gesù è lì, in questi bisognosi, che potranno riconoscere la sua presenza.  Perché l’amore verso i bisognosi è assolutamente necessario per essere veramente suoi discepoli. A tal punto che qualcuno può esserlo anche quando pratica quell’amore senza rendersi conto che lì c’è Lui.

Un inscindibile legame esiste dunque tra Gesù e i bisognosi. Questo è stato recepito dalla Chiesa che ha indicato nel compimento delle opere di misericordia corporali e spirituali come cammino essenziale del cristiano verso Dio. Non ci può essere vera conoscenza di Gesù se non passa attraverso il cammino dell’amore verso i bisognosi.

Don Ottorino in un momento importante della vita della Congregazione in cui aveva percepito con grande preoccupazione l’affievolirsi dell’impegno verso i giovani più disagiati, segno chiaro che in essi non si riconosceva più la presenza di Gesù, aveva scritto: “Attualmente si sfugge dai servizi umili a favore degli orfani e dei disgraziati. È cosa, però, dolorosa non vedere più Cristo in queste povere creature e non sentire più l’intima gioia di servirle. È necessario riscoprire Cristo nel povero e sentire tutta la grandezza della lavanda dei piedi. È questione di fede…”(Scritti Spirituali, del 4 aprile 1972).

E Papa Francesco ha fatto della scoperta di Gesù nel povero l’asse portante della sua proposta di rinnovamento della Chiesa. Una Chiesa che per scoprire Gesù deve ripercorrere le strade del mondo per mettersi a contatto con i poveri, perché in essi si tocca con mano la carne di Cristo. I poveri stessi aiuteranno la Chiesa ad afferrarsi a Gesù e a fidarsi solo di Lui nella sua missione evangelizzatrice.  Il cammino dei poveri deve essere anche il cammino di ciascuno di noi per poter incontrare veramente Gesù e sentirlo vivo e operante nella nostra vita. Un cammino che ciascuno di noi deve fare sollecitato dalle parole e dalla vita di don Ottorino, in fedeltà al carisma che Dio ci ha donato, perché a nostra volta lo doniamo ai fratelli e alle sorelle del nostro tempo. 

Come vivere, allora, la Parola dell’Impegno di Vita di questo mese?

Verificarci seriamente in questo mese sul nostro rapporto con i poveri come cammino assolutamente necessario per vivere il nostro incontro con Gesù.