Se non riusciamo a stabilire tra noi e il Cristo una vera amicizia, non riusciamo a prendere quota. Ora, per unirci a Cristo, noi dobbiamo staccarci dalla terra e per staccarci dalla terra, miei cari, è uno strazio. Dopo, quando sei con Cristo, la realtà è diversa, ma intanto ci vuole il colpo di coraggio e dire: “Taglio e mi butto!”.

 

Da soli non potete farlo: avete bisogno del padre spirituale, avete bisogno del consiglio di qualcuno, avete bisogno che qualcuno vi dia una mano, perché da soli è impossibile.

 

Ma se non vi buttate in Cristo e preferite andare avanti alla giornata: “Oh, intanto, andiamo avanti così alla buona, studiando, giocando, lavorando…; si va avanti, si va avanti…”, vi illudete. Sarebbe come un aereo che continuasse a girare sulla pista: gira, gira e gira. “Ma chi è quello stupido di pilota?” – “Eh, sto preparandomi per partire”, e supponiamo che continui a girare a50 kmall’ora, e gira, gira, gira per la pista. “Ma stupido che sei! Mettiti in fondo alla pista, manda su di giri il motore e buttati, alzati e in pochi minuti vai via!”. Invece se ne sta lì una mezza giornata: gira, gira e gira… Alla fine si va e si accompagna quell’uomo in manicomio.

 

Anche noi siamo fatti per volare e allora dobbiamo partire, e partire vuol dire tuffarci in Cristo, conoscere Lui, fare un’amicizia personale con Lui; perché se non si ha un’amicizia personale con Cristo si è dei poveri uomini; è preferibile cambiare mestiere, anche quello di cristiano, perché non si è neppure cristiani.