Gerusalemme, Gerusalemme

Tra la folla degli esclusi

lì, davanti all’asinello,

cerco anch’io come gettare

le certezze e il mio mantello.

 

Sulla pietra più appuntita

per proteggere il tuo passo,

sul gradino più nascosto:

che mi veda che sono in basso.

 

Ma fra i rami e gli osanna,

potature della palma,

corro inquieto ed affannato

mentre in te regna la calma.

 

Non c’è posto per il mio gesto,

tu sei vite, sovrano umile:

“Non sfoggiare la tua cura

– com’è duro – sii servo inutile!”.

 

E salendo sconcertato

verso il tralcio che non ti vuole,

piango in me lo stesso dramma:

Gerusalemme è nel mio cuore.

 

Città santa benedetta,

vigna che rifiuti il figlio,

lui non è solo l’erede:

uccidi il re con il tuo orgoglio.

 

Oh, cadranno le tue mura,

si apriranno le tue porte:

che la Chiesa accolga il dono,

Lui ha vinto anche la morte.

p. Luca